San Galgano: l’abbazia a cielo aperto
Cosa Fare
Visita d'arte
Passeggiate
Fotografia
Come Arrivare
L’Abbazia è situata a circa 20 Km da Siena. Vi basterà impostare sul navigatore “Chiusdino” e seguire la strada statale 164 di S.Galgano.
Alloggi a San Galgano: Clicca Qui
San Galgano, che prende il nome dell’abbazia omonima che lo ha reso famoso, è una frazione di Chiusdino che si trova a circa trenta chilometri dalla bellissima Siena. San Galgano è famoso per la sua personale Spada nella Roccia, incastonata all’interno dell’eremo di Montesiepi, e per l’abbazia a cielo aperto. Esatto, una maestosa ed enorme chiesa a cui a far da tetto c’è solo il cielo.
Ma facciamo un passo indietro.
L’abbazia di San Galgano fu costruita verso la fine del XIII secolo e consacrata nel 1288. Abitata per tutto il suo periodo di attività da monaci cistercensi, l’abbazia non ha avuto vita facile. Prima una carestia, poi la peste e nei secoli successivi numerosi saccheggi e devastazioni l’hanno spinta sempre più verso il declino e l’abbandono. Fino ad arrivare al 1474, anno in cui i monaci si trasferirono definitivamente presso il Palazzo di San Galgano a Siena abbandonando il monastero al suo destino.
A dare all’abbazia il colpo di grazia fu un abate commendatario a cui la chiesa venne affidata nel 1503. L’abate decise, piuttosto irragionevolmente, di rimuovere e poi vendere la copertura in piombo della chiesa, lasciandola così senza tetto. Un gesto inconsulto per l’epoca, ma che si è rivelato piuttosto fortunato se pensiamo all’atmosfera magica che si respira oggi visitando l’abbazia il cui tetto cambia forma e colore in base alle condizioni metereologiche.
Io mi sono recato in visita a San Galgano a marzo, che come sappiamo è il mese pazzerello per eccellenza. Appena arrivato mi sono quindi beccato un improvviso e tremendo temporale. Questo, ovviamente, non è bastato a scoraggiarmi.
Mi sono guardato intorno ed ho semplicemente deciso di fare per prima cosa tappa al ristorante che si trova nei pressi della chiesa (unica altra struttura presente oltre l’abbazia e l’eremo). Sosta che per altro vi consiglio caldamente, la cucina è ottima, casereccia ed economica. A pancia piena il temporale ha finalmente deciso di concedermi una tregua per visitare gli interni dell’ex monastero. Così ho acquistato il biglietto (circa 3€) e mi sono avviato all’interno passando per il chiostro.
L’abbazia al suo interno era completamente deserta ed alzando gli occhi la sola copertura era il magnifico cielo plumbeo sopra di me, uno spettacolo che difficilmente dimenticherò e che ha fatto sì che San Galgano entrasse nella mia personale “top 3” di luoghi (non più) sacri da visitare assolutamente una volta nella vita. Da qui la visita continua all’Eremo di Montesiepi, luogo in cui, secondo la leggenda, San Galgano si ritirò a vita eremitica nel 1170 dopo una gioventù di battaglie e lussuria. Come simbolo di pace conficcò la sua spada nella roccia, facendo di quell’arma una croce che è ancora oggi visibile all’interno dell’eremo.
Insomma, se non vi ho convinto sulla magia di questo luogo andate a vedere voi stessi.
Foto di San Galgano
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Passeggiate
Fotografia
Come Arrivare
L’Abbazia è situata a circa 20 Km da Siena. Vi basterà impostare sul navigatore “Chiusdino” e seguire la strada statale 164 di S.Galgano.
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San Galgano, che prende il nome dell’abbazia omonima che lo ha reso famoso, è una frazione di Chiusdino che si trova a circa trenta chilometri dalla bellissima Siena. San Galgano è famoso per la sua personale Spada nella Roccia, incastonata all’interno dell’eremo di Montesiepi, e per l’abbazia a cielo aperto. Esatto, una maestosa ed enorme chiesa a cui a far da tetto c’è solo il cielo.
Ma facciamo un passo indietro.
L’abbazia di San Galgano fu costruita verso la fine del XIII secolo e consacrata nel 1288. Abitata per tutto il suo periodo di attività da monaci cistercensi, l’abbazia non ha avuto vita facile. Prima una carestia, poi la peste e nei secoli successivi numerosi saccheggi e devastazioni l’hanno spinta sempre più verso il declino e l’abbandono. Fino ad arrivare al 1474, anno in cui i monaci si trasferirono definitivamente presso il Palazzo di San Galgano a Siena abbandonando il monastero al suo destino.
A dare all’abbazia il colpo di grazia fu un abate commendatario a cui la chiesa venne affidata nel 1503. L’abate decise, piuttosto irragionevolmente, di rimuovere e poi vendere la copertura in piombo della chiesa, lasciandola così senza tetto. Un gesto inconsulto per l’epoca, ma che si è rivelato piuttosto fortunato se pensiamo all’atmosfera magica che si respira oggi visitando l’abbazia il cui tetto cambia forma e colore in base alle condizioni metereologiche.
Io mi sono recato in visita a San Galgano a marzo, che come sappiamo è il mese pazzerello per eccellenza. Appena arrivato mi sono quindi beccato un improvviso e tremendo temporale. Questo, ovviamente, non è bastato a scoraggiarmi.
Mi sono guardato intorno ed ho semplicemente deciso di fare per prima cosa tappa al ristorante che si trova nei pressi della chiesa (unica altra struttura presente oltre l’abbazia e l’eremo). Sosta che per altro vi consiglio caldamente, la cucina è ottima, casereccia ed economica. A pancia piena il temporale ha finalmente deciso di concedermi una tregua per visitare gli interni dell’ex monastero. Così ho acquistato il biglietto (circa 3€) e mi sono avviato all’interno passando per il chiostro.
L’abbazia al suo interno era completamente deserta ed alzando gli occhi la sola copertura era il magnifico cielo plumbeo sopra di me, uno spettacolo che difficilmente dimenticherò e che ha fatto sì che San Galgano entrasse nella mia personale “top 3” di luoghi (non più) sacri da visitare assolutamente una volta nella vita. Da qui la visita continua all’Eremo di Montesiepi, luogo in cui, secondo la leggenda, San Galgano si ritirò a vita eremitica nel 1170 dopo una gioventù di battaglie e lussuria. Come simbolo di pace conficcò la sua spada nella roccia, facendo di quell’arma una croce che è ancora oggi visibile all’interno dell’eremo.
Insomma, se non vi ho convinto sulla magia di questo luogo andate a vedere voi stessi.