Lubiana, un anno dopo
Dicono che da ogni viaggio si torni sempre un po’ cambiati e un po’ più ricchi, anche se stanchi ed un po’ tristi.
Quello che non mi avevano detto è cosa succede quando il viaggio è stato lungo mesi e più che un viaggio è stato un pezzetto di vita quotidiana lontano dalle tue precedenti abitudini.
Un anno fa partivo alla volta di Lubiana pieno di speranze, aspettative e paure.. si, forse le paure occupavano più spazio di tutto il resto in valigia.
Cosa farò? Mi troverò bene? Mi piacerà il posto? Ci saranno altri unicorni?
Eppure non è stato per niente difficile.
Ambientarsi, imparare a conoscere le strade intorno a Metelkova e poi anche quelle più lontane, girare con la bici, fare amicizia, provare cibi nuovi e comunicare con persone che parlano una lingua mai sentita prima.
Lubiana è diventata molto in fretta casa mia. Amarla è semplice, con i suoi spazi verdi, le sue casette colorate ed il suo clima accogliente (chiaramente non parlo del meteo). Vi ho parlato di Lubiana (e della Slovenia) fino allo sfinimento (SPOILER: non ho ancora finito), ma non vi ho mai detto quali sono state davvero le cose difficili. Il bucato, direte voi. Avrò bruciato troppe volte la cena? Mi sarò perso spesso? Mi sarò chiuso fuori casa?
No.
La vera difficoltà, quella che non avevo calcolato facendo le valigie è stata rimetterci tutto dentro quando è giunta l’ora di tornare a casa.
Mettere in valigia mesi di cose nuove.
Tutte le facce, le parole (non le parolacce perchè loro non le dicono), gli odori, la tranquillità, l’educazione,i miei ristoranti preferiti, i luoghi del cuore, e perfino il freddo pungente di gennaio o la cucina senza forno.
Quindi amici, quando le persone (o i vostri pensieri) vi dicono che partire è difficile non ascoltateli, perchè forse non sanno ancora com’è tornare.
Intendiamoci, dopo Lubiana non mi sono fatto mancare i viaggi, le avventure e i nuovi propositi. Sono piccolino ma sempre pieno di entusiasmo, ormai dovreste saperlo.
Solo che, dopo Lubiana, avrò sempre una cosa in più di cui sentire la mancanza.. per fortuna.
Dicono che da ogni viaggio si torni sempre un po’ cambiati e un po’ più ricchi, anche se stanchi ed un po’ tristi.
Quello che non mi avevano detto è cosa succede quando il viaggio è stato lungo mesi e più che un viaggio è stato un pezzetto di vita quotidiana lontano dalle tue precedenti abitudini.
Un anno fa partivo alla volta di Lubiana pieno di speranze, aspettative e paure.. si, forse le paure occupavano più spazio di tutto il resto in valigia.
Cosa farò? Mi troverò bene? Mi piacerà il posto? Ci saranno altri unicorni?
Eppure non è stato per niente difficile.
Ambientarsi, imparare a conoscere le strade intorno a Metelkova e poi anche quelle più lontane, girare con la bici, fare amicizia, provare cibi nuovi e comunicare con persone che parlano una lingua mai sentita prima.
Lubiana è diventata molto in fretta casa mia. Amarla è semplice, con i suoi spazi verdi, le sue casette colorate ed il suo clima accogliente (chiaramente non parlo del meteo). Vi ho parlato di Lubiana (e della Slovenia) fino allo sfinimento (SPOILER: non ho ancora finito), ma non vi ho mai detto quali sono state davvero le cose difficili. Il bucato, direte voi. Avrò bruciato troppe volte la cena? Mi sarò perso spesso? Mi sarò chiuso fuori casa?
No.
La vera difficoltà, quella che non avevo calcolato facendo le valigie è stata rimetterci tutto dentro quando è giunta l’ora di tornare a casa.
Mettere in valigia mesi di cose nuove.
Tutte le facce, le parole (non le parolacce perchè loro non le dicono), gli odori, la tranquillità, l’educazione,i miei ristoranti preferiti, i luoghi del cuore, e perfino il freddo pungente di gennaio o la cucina senza forno.
Quindi amici, quando le persone (o i vostri pensieri) vi dicono che partire è difficile non ascoltateli, perchè forse non sanno ancora com’è tornare.
Intendiamoci, dopo Lubiana non mi sono fatto mancare i viaggi, le avventure e i nuovi propositi. Sono piccolino ma sempre pieno di entusiasmo, ormai dovreste saperlo.
Solo che, dopo Lubiana, avrò sempre una cosa in più di cui sentire la mancanza.. per fortuna.