Auroville: la città utopistica che sembra uscita dal Trono di Spade
Auroville, che dall’alto potrebbe sembrare l’ottavo dei regni del Trono di Spade, è in realtà una città internazionale ecosostenibile, situata nell’India meridionale nel bel mezzo di un deserto di sabbia rossa che oggi è popolato da foreste rigogliose.
Pensata per la prima volta intorno agli anni ’30 da Mirra Alfassa detta “La Madre”, che si ispirava alle idee del filosofo indiano Sri Aurobindo e poi progettata e sviluppata intorno al ’60, Auroville (o “Città dell’Aurora”) ha visto davvero la luce per la prima volta il 28 Febbraio del 1968. I valori alla base della città si rifanno ai concetti di spiritualismo induista, comunitarismo gandhiano, marxismo e anarchismo. Ad Auroville non ci sono leggi, forze dell’ordine, economie basate sullo scambio di denaro o partiti politici. La città si basa sull’agricoltura biologica, sul riciclaggio di quasi tutti i materiali e sulla costruzione con tecniche di bioedilizia. Produce il fabbisogno energetico attraverso l’energia solare ed ha un sistema educativo gratuito e privo di votazioni.
UTOPIA, griderete voi! Ed invece Auroville esiste.
Questa stravagante città nel nulla indiano ospita oggi circa 2500 residenti da circa 50 diverse nazioni e 5000 visitatori, i quali sono in maggior parte turisti o volontari in cerca di un’esperienza di vita diversa. All’interno della comunità, come accennavo sopra, non esiste scambio di denaro. La proprietà è infatti collettiva, quello che viene realizzato dagli abitanti non può essere venduto ma è accessibile a tutti gratuitamente. Ovviamente ogni cittadino è tenuto a contribuire lavorando circa 5 ore al giorno per sostenere la comunità, ma anche in questo caso la scelta è libera e non esista una vera e propria divisione delle mansioni. La città è divisa in quattro zone: industriale, internazionale, culturale e residenziale. Queste sono racchiuse da una zona verde, dove gli stessi cittadini hanno piantato il loro primo albero al loro arrivo per contribuire alla nascita delle foreste. Al centro si trova invece un nucleo chiamato “Area della Pace”. In questa zona è situato il Matrimandir, una sfera gigantesca simbolo dell’area dove le persone possono raccogliersi nella loro ricerca spirituale.
Viene da sé che neppure questa società sia priva di qualche falla. Alcune delle risorse, come l’acqua, sono limitate e non sufficienti per l’alto numero di richieste. Un altro problema è dato invece dalla gestione dei fondi che vengono stanziati dall’Unesco e da altre comunità, l’assenza di un sistema regolamentare sembra creare infatti un po’ di incertezza.
Se tutto questo vi ha incuriosito e state pensando di trasferirvi ad Auroville sappiate che non sarà facilissimo. Sarà infatti necessario contribuire attivamente alla comunità per un periodo prima che la vostra richiesta di residenza venga analizzata da un apposito comitato. Se invece pensate di fare un sopralluogo o una semplice visita in qualità di turisti allora accomodatevi, Auroville vi aspetta!
Auroville, che dall’alto potrebbe sembrare l’ottavo dei regni del Trono di Spade, è in realtà una città internazionale ecosostenibile, situata nell’India meridionale nel bel mezzo di un deserto di sabbia rossa che oggi è popolato da foreste rigogliose.
Pensata per la prima volta intorno agli anni ’30 da Mirra Alfassa detta “La Madre”, che si ispirava alle idee del filosofo indiano Sri Aurobindo e poi progettata e sviluppata intorno al ’60, Auroville (o “Città dell’Aurora”) ha visto davvero la luce per la prima volta il 28 Febbraio del 1968. I valori alla base della città si rifanno ai concetti di spiritualismo induista, comunitarismo gandhiano, marxismo e anarchismo. Ad Auroville non ci sono leggi, forze dell’ordine, economie basate sullo scambio di denaro o partiti politici. La città si basa sull’agricoltura biologica, sul riciclaggio di quasi tutti i materiali e sulla costruzione con tecniche di bioedilizia. Produce il fabbisogno energetico attraverso l’energia solare ed ha un sistema educativo gratuito e privo di votazioni.
UTOPIA, griderete voi! Ed invece Auroville esiste.
Questa stravagante città nel nulla indiano ospita oggi circa 2500 residenti da circa 50 diverse nazioni e 5000 visitatori, i quali sono in maggior parte turisti o volontari in cerca di un’esperienza di vita diversa. All’interno della comunità, come accennavo sopra, non esiste scambio di denaro. La proprietà è infatti collettiva, quello che viene realizzato dagli abitanti non può essere venduto ma è accessibile a tutti gratuitamente. Ovviamente ogni cittadino è tenuto a contribuire lavorando circa 5 ore al giorno per sostenere la comunità, ma anche in questo caso la scelta è libera e non esista una vera e propria divisione delle mansioni. La città è divisa in quattro zone: industriale, internazionale, culturale e residenziale. Queste sono racchiuse da una zona verde, dove gli stessi cittadini hanno piantato il loro primo albero al loro arrivo per contribuire alla nascita delle foreste. Al centro si trova invece un nucleo chiamato “Area della Pace”. In questa zona è situato il Matrimandir, una sfera gigantesca simbolo dell’area dove le persone possono raccogliersi nella loro ricerca spirituale.
Viene da sé che neppure questa società sia priva di qualche falla. Alcune delle risorse, come l’acqua, sono limitate e non sufficienti per l’alto numero di richieste. Un altro problema è dato invece dalla gestione dei fondi che vengono stanziati dall’Unesco e da altre comunità, l’assenza di un sistema regolamentare sembra creare infatti un po’ di incertezza.
Se tutto questo vi ha incuriosito e state pensando di trasferirvi ad Auroville sappiate che non sarà facilissimo. Sarà infatti necessario contribuire attivamente alla comunità per un periodo prima che la vostra richiesta di residenza venga analizzata da un apposito comitato. Se invece pensate di fare un sopralluogo o una semplice visita in qualità di turisti allora accomodatevi, Auroville vi aspetta!